L’amministrazione Trump sta facendo pressione su Tokyo affinché scelga, per la produzione del nuovo caccia, una azienda americana malgrado il Giappone abbia dimostrato interesse nel programma a guida britannica “Tempest”.
Alte sfere del Pentagono hanno affermato che le trattative con il Giappone si sono intensificate. Tokyo vuole rimpiazzare i propri F-2 (versione modificata e costruita su licenza dell’F-16) attorno al 2035 e pianifica di iniziare lo sviluppo il prossimo anno. Le opzioni sono tre: collaborare con la BAE nel Tempest (anche per diversificare la provenienza dei sistemi d’arma aerea, ora solo a stelle e strisce), collaborare con la Lockheed Martin eppure sviluppare e produrre il caccia in modo completamente autonomo.
In precedenza, il Ministro della Difesa, Taro Kono, ha affermato al Financial Times che il Giappone è aperto a qualsiasi collaborazione con un programma europeo come il Tempest.
Washington non gradisce…
L’US Air Force cerca di tirare, chiaramente, l’acqua al proprio mulino e alle aziende americane affermando che scegliere il Tempest creerebbe difficoltà di interoperabilità con gli aerei statunitensi sia in servizio presso aeronautiche estere sia quelli in possesso dell’aeronautica giapponese.
Una carta, anzi un jolly, che Trump potrebbe usare per “convincere” Tokyo è quella delle “rata” che il Giappone deve annualmente agli Stati Uniti per mantenere l’apparato di difesa, già al centro di discussione in Corea del Sud. Secondo alcune fonti interne Trump sarebbe pronto a iniziare il ritiro delle truppe nel caso in cui non si dovesse trovare un accordo al rialzo.
Gli Stati Uniti sono chiaramente pronti a coinvolgere attivamente le aziende ed i lavoratori giapponesi all’interno del programma di sviluppo del caccia.