
L’U.S. Air Force e Boeing sono quasi arrivati al traguardo del completamento delle prove strutturali sul B-1 dopo un lavoro di quasi sette anni.
Dal 2012, impiegando l’ala di B-1 ormai dismesso, i tecnici hanno potuto simulare le sollecitazioni a cui è sottoposta durante 28.000 ore di volo.
Tenuto conto delle ore di volo che il bombardiere compie mediamente quando è operativo è come se volasse ininterrottamente da 73 anni.
Il B-1B è stato consegnato all’USAF tra il 1985 ed il 1988 con una “aspettativa” di circa 8.000 ore di volo.

La simulazione è resa possibile grazie ad un complesso sistema di pesi, pulegge, barre, etc che riproducono sull’ala in tutto e per tutto le sollecitazioni durante le normali fasi di volo.
La possibilità di portare avanti la sperimentazione 24/7 permette di condensare decine e decina di anni di volo in relativamente poco tempo.
Ogni volta che viene rilevato un problema il test viene interrotto, applicata la correzione o modifica ed infine di riparte.
Stesso procedimento viene usato sulla fusoliera che raggiungerà invece le 27.000 ore di volo.

I problemi strutturali del B-1B nascono dal fatto che non viene impiegato per lo scopo per il quale era stato progettato: penetrare le linee nemiche ad alta velocità a bassa quota con le immense ali totalmente ripiegate all’indietro.
La fine della Guerra Fredda e le evoluzioni tecnologiche hanno un po’ cambiato questo paradigma.
Il Lancer si trova dunque a volare a medio/alta quota, piano e con le ali completamente “aperte”. Ne consegue che le sollecitazioni a cui sono sottoposte le ali e la fusoliera sono diverse rispetto a quelle che i progettisti avevano ipotizzato.
Nel corso del tempo, a causa dei trattati New START, il B-1B ha perso la capacità di impiego di armamento nucleare.

Alla sua introduzione in servizio, visto che la deterrenza era la sua unica missione, erano state calcolate solamente 300 ore di volo/anno tra addestramento e allerta con il ritiro dal servizio previsto per il 2010.
Essere impiegato in modo “continuativo” con carichi convenzionali non fa parte del programma.
Ritiro dal servizio

(U.S. Air Force photo/Airman 1st Class Joshua J. Seybert)
Il Capo di Stato Maggiore Gen. Goldefein dell’USAF (2016-2020) propose il ritiro dei 17 B-1B rimasti in modo da destinare i fondi verso altri programmi come la rimotorizzazione dei B-52.
I piani attuali del Pentagono prevedono il ritiro del quadrimotore supersonico attorno al 2032 quando arriverà il nuovo bombardiere B-21 Raider.
Nel corso dei dodici anni che lo separano dal pensionamento il Lancer potrebbe “trasformarsi” in una piattaforma per il lancio per armi ipersoniche come l’AGM-183 ARRW (Air-Launched Rapid Response Weapon).
Immagine di copertina: A B-1B Lancer flies a combat patrol over Afghanistan in support of Operation Enduring Freedom. The B-1B has the capability to carry guided and unguided weapons and deliver massive quantities of precision and non-precision weapons against specific targets. (U.S. Air Force photo/Staff Sgt. Aaron Allmon)