La scorsa settimana gli Stati Uniti ed il Giappone hanno ufficialmente sottoscritto l’accordo di cooperazione relativo lo sviluppo congiunto di un sistema intercettore missilistico ipersonico.
L’iniziativa risale all’estate 2023 allorquando a Camp Derby in occasione del incontro tra il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida ed il Presidente Joe Biden è stata annunciata.
Il Governo Giapponese nel ambito del bilancio della Difesa del 2024 ha stanziato per questo programma 75 miliardi di yen, pari a 480 milioni di dollari.
La previsione di spesa totale di tale progetto è di 3 miliardi di dollari, pari a poco meno di 470 miliardi di yen.
I due Paesi hanno un obbiettivo ambizioso: rendere disponibili le tecnologie associata entro il 2030 con lo scopo di dissuadere e neutralizzare qualsiasi minaccia ipersonica proveniente principalmente dalla Corea del Nord, e secondariamente (ma non troppo) dalla Cina e Russia.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, perno dell’iniziativa è il programma Glide Phase Interceptor (GPI), portato avanti dalla U.S. Missile Defense Agency (MDA), con Raytheon Technologies e Northrop Grumman che sono attualmente in gara con le rispettive proposte relative l’intercettore.
Le sfide poste dalla tecnologia ipersonica
La sfida tecnologica per sviluppare un intercettore ipersonico è notevole considerato che i missili di questa classe viaggiano ad oltre mach 5 e con il veicolo di rientro che, una volta sganciato, adotta traiettorie irregolari per renderne più complesse l’intercettazione.
Ovviamente, per poter entrare in azione nei tempi ridottissimi consentiti dall’avvenuto lancio dei missili ipersonici, la difesa ha necessità di una catena di sistemi radar e satellitare che scopra in tempo reale il lancio, lo tracci e guidi l’azione, con l’intercettore che dovrà eseguire l’ingaggio terminale a distanza di sicurezza.
Programmi in atto
Il missile ipersonico ha assunto un valore strategico perché rappresenta una reale alternativa al deterrente nucleare e pone come spiegato difficili problemi per chi deve difendersene. I principali Paesi hanno avviato programmi nel settore ipersonico che spaziano da ordigni lanciati da terra e da nave a quelli avio lanciabili. Nella cd. corsa allo sviluppo del ipersonico si segnalano al momento Russia, Cina, Corea del Nord, Giappone, Corea del Sud, Australia, India, Iran, Israele, Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
Gli Stati Uniti hanno realizzato un loro primo sistema missilistico ipersonico per attacchi a lungo raggio, il Long Range Hypersonic Weapon (LRHW), un programma gestito in comune dal US Army che ha schierato già una prima batteria e dalla US Navy, prossima a dispiegare i primi esemplari dell’arma a bordo dei cacciatorpediniere DDG-1000 o classe Zumwalt appositamente modificati per l’impiego, mentre l’USAF ha in corso lo sviluppo, peraltro piuttosto tormentato, del ARRW, l’AGM-183A Air-launched Rapid Response Weapon.
In Europa è stata avviata l’iniziativa TWISTER che ha lo scopo di realizzare un sistema difesa dalla minaccia ipersonica mentre Francia e Regno Unito hanno avviato programmi per la realizzazione di missili d’attacco a lungo raggio ipersonici.
Immagine @Ministero della Difesa Giapponese