fbpx

F-35 agli Emirati Arabi Uniti? Pressione sul “no” di Congresso e Israele

I recenti movimenti di politica internazionale hanno fatto avvicinare l’F-35 agli Emirati Arabi Uniti ma permane ancora più di qualche ostacolo, forse insormontabile.

E’ dal 2011 che gli Emirati Arabi Uniti cercano di acquistare l’F-35 ma fino ad ora la vendita non si è mai concretizzata.

La politica interna americana non ha una posizione unanime sulla possibile vendita degli F-35 tanto che la prima richiesta da parte di Abu Dabhi era stata rispedita al mittente da parte dell’amministrazione Obama ma il suo successore, il Presidente Trump, si è dimostrato fin da subito accondiscendente.

Sul fronte internazionale la maggior pressione per negare la vendita arriva da Israele.

Tel Aviv è l’unico paese di tutto il Medio Oriente a possedere un velivolo di Quinta Generazione e vuole conservare questo vantaggio ancora a lungo.

La situazione è sembrata sbloccarsi a seguito della normalizzazione degli accordi tra gli Emirati Arabi Uniti e Israele annunciata il 13 agosto 2020.

Il Ministro degli Esteri emiratino ha ribadito, durante il Consiglio Atlantico del 20 agosto, la volontà degli UAE di acquistare gli F-35.

Il New York Times ha riportato inoltre che il giorno precedente, il 19 agosto, i militari emiratini hanno partecipato ad briefing classificato da parte di alti dirigenti dell’amministrazione USA sul caccia-bombardiere di Quinta Generazione.

Le reazioni

La voci sulla possibile vendita hanno scatenato due tsunami: uno interno all’amministrazione americana e l’altro con Israele.

Il Congresso ha dimostrato una certa insofferenza per queste mosse “sottobanco” di Trump. Non è così scontato che gli Emirati possano ricevere “semaforo verde” attraverso il meccanismo dei Foreign Military Sales.

Un senatore democratico ha affermato alla CNN che il Congresso “bloccherà quasi certamente” la vendita con una risoluzione di disapprovazione se Trump dovesse continuare nelle trattative.

Il premier Benjamin Netanyahu ha invece tolto ogni dubbio sulla posizione israeliana circa la vendita: no.

L’ipotesi, ventilata dalla stampa, che all’interno degli accordi Israle-UAE ci fosse l’autorizzazione alla vendita di armamenti altamente sofisticate ad Abu Dabhi è stata smentita dallo stesso premier come “fake news”.

Le dichiarazioni di Netanyahu hanno portato alla cancellazione di un importante incontro trilaterale USA-UAE-Israele per discutere la questione. Evidentemente l’emiro ha capito che se le premesse erano quelle l’incontro sarebbe stato solamente una “perdita” di tempo.

In definitiva

E’ chiaramente comprensibile l’atteggiamento di Israele che vuole mantenere un gap di superiorità rispetto agli altri paesi del Medio Oriente. Gli Emirati Arabi Uniti sarebbero stati però un ottimo cliente per “piazzare” gli oltre 100 F-35 che non sono stati venduti alla Turchia. Per ora quelli prodotti sono stati trasferiti all’USAF ma non prima di essere sottoposti a lavori di adeguamento.

Trump si trova dunque il Congresso pronto a bloccare le trattative e il rischio di incrinare i rapporti con Israele.

Difficile che ci possano essere spiragli di trattativa sul fronte F-35.

Articolo precedente

La Corea del Sud fa incetta di F-35, pronta a raddoppiare gli ordini

Prossimo articolo

La Spagna ordina 348 VCR Dragón 8×8

Articolo precedente

La Corea del Sud fa incetta di F-35, pronta a raddoppiare gli ordini

Prossimo articolo

La Spagna ordina 348 VCR Dragón 8×8

Ultime notizie

Ultime notizie