In Spagna le aziende Indra e Navantia si sono accordate con la giapponese Kawasaki Heavy Industries (KHI) relativamente l’analisi del P-1 come piattaforma per operazioni marittime.

In Giappone il P-1 di KHI è stato ordinato sin qui in sessanta esemplari per sostituire i P-3C Orion in servizio dagli anni Ottanta.
Per quanto riguarda la Spagna, avendo radiato gli ultimi P-3B Orion ancora disponibili, come soluzione ad interim la Difesa si è orientata sul C-295M di cui saranno acquistati otto esemplari allestiti nella versione MPA da pattugliamento e lotta antisommergibile, nonché altrettanti otto con allestimento in versione MSA per sorveglianza, ricognizione e salvataggio, oltre ad aver effettuato grossi investimenti nel settore ISR ad alta permanenza con quattro MQ-9A Reaper Block 5, nonché finanziando i programmi Eurodrone per quattro sistemi con dodici velivoli APR ed il SIRTAP per nove sistemi con 27 velivoli a pilotaggio remoto.
Questi C-295 MPA e MSA saranno costruiti da Airbus proprio in Spagna presso le strutture già di CASA ora incorporata nel gruppo aerospaziale europeo.
La notizia del accordo con KHI, sia pure a scopo esplorativo, ha suscitato più di qualche interrogativo; da parte di KHI da qualche anni si è tentato di promuovere senza successo il P-1 sul mercato internazionale, portandolo ai principali saloni aeronautici europei e con missioni addestrative svolte nel Vecchio Continente dall’Aviazione Marittima giapponese.
Probabilmente, l’accordo è sotteso a verificare la possibilità di rendere idoneo e, quindi, appetibile anche per il mercato europeo ed internazionale un velivolo come il P-1 nato e sviluppato per rispondere agli specifici requisiti dell’Aviazione Marittima Giapponese.
Il velivolo è frutto della collaborazione tra la Difesa e l’industria giapponese e monta sistemi da quest’ultima sviluppati come il sistema di missione incentrato sul radar AESA HPS-106 di Toshiba, sensore elettro-ottico HAQ-2 di Fujitsu e MAD HSQ-102 di Mitsubishi Electric, oltre le suite di guerra elettronica sempre giapponesi.
La stessa configurazione quadrimotore con propulsori IHI F7 lo rendono poco appetibile sul mercato perché tali turbofan sono installati a bordo esclusivamente dei P-1, con evidenti problemi di costo e di supporto tecnico e logistico.
C’è da dire che per il P-1 in Europa la strada è ostacolata se non sbarrata dalla presenza ingombrante del P-8A Poseidon di Boeing che, oltre essere in linea con l’US Navy, ha ottenuto commesse in Norvegia e Regno Unito nonché ha ottenuto un’importantissima commessa in Germania con otto esemplari.
Ma anche sul mercato internazionale il P-8A finora non ha avuto grossa concorrenza aggiudicandosi le commesse strategiche in Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Canada nonché India con la versione specifica P-8I.
Al momento rimangono fuori Paesi come Francia ed Italia che hanno avviato programmi rispettivamente per la sostituzione dei Dassault Atlantique 2 e per ricostituire una linea di pattugliatori antisom, persa dopo il ritiro dei vecchi Atlantic del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare.
La Francia attualmente valuta le soluzioni presentate rispettivamente da Dassault su Falcon 10X ed Airbus su A320neo, mentre in Italia il Ministero della Difesa ha avviato il programma noto come Maritime Multi-Mission Aircraft o M3A che dovrebbe portare alla selezione di un nuovo velivolo da pattugliamento a lungo raggio con capacità antisom e di contrasto di superficie.
Altri Paesi come Portogallo, oggi su P-3C ex tedeschi ed olandesi e gli stessi Paesi Bassi potrebbero essere interessati ad un MPA/ASW; c’è da dire che questi due Paesi hanno in corso l’acquisto del C-390M per compiti di trasporto e rifornimento in volo in sostituzione di vecchi C-130 Hercules; Embraer propone una versione MPA/ASW del C-390 e questa potrebbe essere una soluzione interessante per la Força Aérea Portuguesa e per la stessa Difesa Olandese che, sostanzialmente, non ha più in servizio velivoli di questo genere, fatto salvo pochi Dash-8 impiegati per compiti di sorveglianza/SAR dalla Guardia Costiera nei Caraibi.
Pertanto, si può concludere che tale accordo serva probabilmente ad Indra e Navantia a stringere rapporti con Kawasaki Heavy Industries attiva nel settore dei sottomarini, dei grandi pattugliatori oceanici e navi commerciali, in vista di collaborazioni a maggior respiro.
Foto credit @Indra