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La questione Taiwan ed i piani di Pechino

Lo scopo principale del People Liberation Army è proiettare il potere lontano da casa (expeditionary), e, quindi, anche avere capacità di invadere l’isola di Taiwan. 

La minaccia

Pechino considera l’isola di Taiwan una provincia della Cina. Il  Segretario Generale del Partito Comunista Cinese e Presidente della Commissione Militare Centrale nonché Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping ha affermato che l’unificazione di Taiwan con la terraferma è un passo fondamentale nella realizzazione del sogno del popolo cinese di una nazione potente e rinvigorita. In un discorso chiave il leader cinese chiedeva a Taiwan di aprire i colloqui sulla riunificazione pacifica, ma, al contempo, avvertiva che questa disputa di vecchia data non poteva essere rinviata indefinitamente: “Non promettiamo di rinunciare all’uso della forza e ci riserviamo l’opzione di prendere tutti i mezzi necessari“.

Il fatto che una democrazia libera e aperta, che pratica il capitalismo esista ai confini della Cina, consentendo ai suoi cittadini i diritti personali e la libertà economica, è qualcosa che il governo di Pechino non può continuare a tollerare né, tantomeno, a sopportare. Di conseguenza, parlando di una invasione di Taiwan, l’analisi costi-benefici in stile occidentale è sia irrilevante che pericolosa, poiché l’unica variabile importante per i cinesi continentali, nonostante i costi, è il calcolo dell’effettiva probabilità di successo. Quando il successo sembrerà probabile, la Cina agirà per soggiogare Taiwan.

Il Presidente Xi Jinping, in occasione della presentazione del 14° piano quinquennale svoltasi a marzo 2021, ha chiesto sforzi per accelerare l’attuazione dei compiti (2021-25) e per far progredire la costruzione di un sistema di gestione modernizzato per armi e attrezzature. Alla conferenza ha partecipato anche il Vice Presidente del Commissione Militare Centrale (CMC) Zhang Youxia. Intervenendo all’evento, Zhang ha sottolineato la necessità di attuare “gli sforzi per creare una forte sinergia nello sviluppo di armi e attrezzature, di concentrarsi sui bisogni della sicurezza nazionale, prestare molta attenzione alla preparazione militare pratica, aumentare l’autosufficienza sci-tech e l’auto-miglioramento, puntare al mondo di prima classe e accelerare la modernizzazione delle armi e delle attrezzature”.

Song Zhongping, un esperto militare cinese e commentatore televisivo, ha dichiarato al Global Times, martedì 26 ottobre 2021, che il nucleo del discorso del Presidente Xi Jinping coincide con gli obiettivi della Cina di realizzare informatizzazione, meccanizzazione e “intelligence” in vista del 100° anniversario nel 2027 della fondazione del PLA e completare la modernizzazione della difesa nazionale e delle forze armate cinesi entro il 2030. Di fronte all’attuale situazione, la Cina deve costruire un forte esercito per prepararsi bene a possibili guerre future, ha osservato Song:  “Quindi, il PLA deve mirare a diventare una forza militare di livello mondiale; le armi che la Cina sviluppa dovrebbero almeno conferire ai suoi militari la forza per sconfiggere la forza militare più potente e avanzata del mondo nella regione“. 

Ma la Cina potrebbe anche anticipare i passi, vista la sua egemonia nell’area, e, quindi, non è un caso la recrudescenza di operazioni militari e di esercitazioni cinesi intorno a Taiwan. Gli aerei che sono entrati più volte nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan, come anche le navi da guerra e sottomarini che hanno violato più volte le acque territoriali dell’isola, sono dei test che servono a Pechino per valutare il proprio grado di preparazione e misuralo con il grado di prontezza e di reazione di Taiwan.

La corsa agli armamenti cinese

La Cina ha lanciato il suo rafforzamento militare a metà degli anni ’90 con una priorità assoluta: tenere a bada gli Stati Uniti in qualsiasi conflitto, rendendo le acque al largo della costa cinese una trappola mortale. Ora, l’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA), inizia a sfidare il potere americano.

Esercito (People’s Liberation Army Ground Force): E’ l’esercito più grande al mondo composto da volontari; la coscrizione obbligatoria non è stata abolita, ma l’alto numero di volontari in pratica l’ha resa inutile. La PLAGF è strutturata su 5 comandi territoriali, dei quali, per quanto è noto, solo due sarebbero impegnati nella campagna contro Taiwan, l’Eastern ed il Southern, ciascuno su tre corpi d’armata, dei quali tre, il 1° Corpo d’Armata di Huzhou, il 31° Corpo d’Armata di Xiamen ed il 42° Corpo di Armata di Huyang, annoverano unità con capacità anfibia: 1ª  2ª, 124ª, 24ª Brigata Anfibia Armi combinate, la 14ª  Brigata Carri (Anfibia), la 92ª  e 138 ª  Brigata Fanteria Motorizzata (Anfibia), mentre altre unità combat support sono “abilitate” al ruolo anfibio. L’Esercito dispone di 15 gruppi navali, ciascuno dotato di 10 mezzi da sbarco.  

Queste navi, per lo più appartenenti alla serie 271 e al Type 068 (classe Yuqing), sono utilizzate principalmente in acque costiere e non sarebbero adatte per una lunga missione anfibia in mare aperto, ma da anni, le unità dell’esercito si addestrano impiegando navi civili del tipo Ro-Ro. Il trasporto civile non è adatto per l’assalto anfibio, ma è più appropriato per lo sbarco nei porti catturati nella prima fase di un’operazione. Le navi civili possono anche trasportare artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili sui loro ponti per fornire supporto di fuoco. Queste armi “imbarcate”, sarebbero efficaci principalmente per sbarramenti soppressivi di grandi aree data la loro imprecisione. 

Marina (People’s Liberation Army Navy): è la seconda marina più grande del mondo e ha il maggior numero di navi di superficie di qualsiasi marina a livello globale, con una forza di battaglia complessiva di circa 350 navi di superficie e sottomarini. I cantieri navali cinesi stanno varando navi senza sosta, dalle portaerei alle navi per operazioni anfibie; hanno varato la prima Landing Helicopter Dock (LHD) Type 075 classe Yushen che è operativa,  la seconda che ha ultimato i test in mare, e la terza attualmente in allestimato.

La Marina del PLA potrebbe ricevere sette o più di queste LHD Type 075, che formeranno la punta di diamante di una forza di spedizione per svolgere un ruolo simile a quello che era del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Come lo erano i “Colli di cuoio” statunitensi, anche la nuova forza dei Fucilieri di Marina cinei è autonoma, in grado di schierarsi da sola con tutte le sue armi di supporto per combattere conflitti lontani o dimostrare la potenza militare cinese. 

Attualmente la PLAN dispone di due flottiglie di navi da sbarco, una inserita nell’ambito della Flotta del Mare del Sud e un’altra nella Flotta del Mare dell’Est, più un gruppo di navi da sbarco nella Flotta del Mare del Nord. Ognuna di queste flottiglie ha il comando di due o tre gruppi subordinati. Poiché forniscono supporto diretto alle Brigate di Fucilieri di Marina, la flottiglia di navi da sbarco della Flotta del Mare del Sud è più grande di quella della Flotta del Mare Orientale.

La sola PLA Naval Air Force conta 690 velivoli di vario tipo tra aerei imbarcati e non, compresi aerei da combattimento, bombardieri, aerei da attacco, aereo rifornitori, aerei da ricognizione/allerta precoce, aerei da guerra elettronica, aerei da pattugliamento marittimo, aerei da trasporto ed elicotteri di vari ruoli.

La modernizzazione in corso, intesa a rafforzare la flotta di superficie cinese, le consentirà, a breve, di proiettare la potenza cinese nel Mar Cinese Meridionale e di contrastare le operazioni dell’US Navy nel immenso bacino del Indo-Pacifico.

Aeronautica (People’s Liberation Army Air Force): annovera oltre 2.500 tra aerei ed elicotteri di vari ruoli, con una organizzazione che ricalca quella della PLAGF. Le due basi più vicine a Taiwan, site nella provincia del Fujian, mostrano evidenti e corposi lavori di espansione. Le basi in questione, Longtian Airbase e Huian Airbase, distano rispettivamente 170 chilometri e 190 km dall’isola di Taiwan e consentono agli aerei dell’Aeronautica di Pechino di raggiungere Taipei in soli sette minuti. A queste basi si aggiungono una quarantina di basi che hanno strutture in caverna. L’espansione delle basi aeree di Longtian e Huian segue lo schema tipico delle basi PLAAF, che consistono principalmente in una pista principale ed in una pista di rullaggio parallela. Allorquando la pista principale fosse danneggiata od inagibile alle operazioni, la pista di rullaggio parallela può fungere da pista di riserva, con radar e armi per la difesa aerea schierati al di fuori del perimetro delle basi per aumentarne l’efficacia e ridurne la vulnerabilità. 

Le previsioni della futura flotta di aerei del PLAAF indicano che sarà composta da grandi quantità di caccia multiruolo Chengdu J-10 e caccia da supremazia aerea Shenyang J-11 come forza principale, con caccia bombardieri J-16 e JH-7A in grado di eseguire attacchi di precisione. I nuovi caccia stealth come il Chengdu J-20 saranno introdotti nella flotta aerea in piccoli numeri, assegnati a piloti d’élite selezionati dalla PLAAF.

La flotta da trasporto comprende aerei a medio raggio Y-9, insieme al sovietico-russo Ilyushin Il-76 ed i nuovi  aerei da trasporto strategico Y-20 (ritmo di costruzione 20/25 x anno). Sono in via di allestimento velivoli AWACS/AEW, varianti per avvistamento-allerta precoce e guerra elettronica della flotta di servizio esistente di KJ-2000 e KJ-200, con la distribuzione di un numero crescente di UAV/UCAV nei reparti operativi della PLAAF.

Forze Missilistiche (People’s Liberation Army Rockets Forces): controlla l’arsenale cinese di missili balistici terrestri, sia nucleari che convenzionali. La Cina possiede il più grande arsenale missilistico terrestre del mondo. Il quartier generale delle operazioni si trova a Qinghe nell’immensa area di Pechino.

La PLARF è sottoposta al comando diretto della CMC e comprende circa 100.000 uomini con sette basi principali, ciascuna su più Brigate.

Recenti valutazioni di intelligence del Pentagono, stimano che la Cina possieda 90 missili balistici intercontinentali (in rapida crescita), 1.200 missili balistici a corto raggio, da 200 a 300 missili balistici a medio raggio e 80 missili balistici convenzionali a raggio intermedio, missili ipersonici con capacità nucleare che, secondo quanto riferito, possono colpire navi da guerra, oltre 500 missili da crociera con base a terra. Molti di questi missili sono considerati estremamente precisi, il che permetterebbe loro di distruggere obiettivi anche senza l’impiego di testate nucleari.

Forza di Supporto Strategico (People’s Liberation Army Joint Support Forces): si occupa di guerra elettronica, cibernetica e spaziale; è la più giovane componente del PLA ed è stata creata riunendo le unità di spionaggio cibernetico, supporto elettronico e sistemi spaziali. E’ suddivisa in due dipartimenti. Il primo è il Dipartimento dei Sistemi Spaziali che si occupa delle attività spaziali militari (comando, controllo, comunicazioni, intelligence e sorveglianza) e comprende stazioni di lancio, di tracciamento e controllo dei satelliti militari.

Il secondo è Dipartimento dei Sistemi di Rete che integra tutte le capacità di guerra cibernetica del PLA e controlla numerose basi sparse in tutta la Cina. Comprende un sotto dipartimento chiamato Università di Ingegneria dell’Informazione che, a sua volta, controlla numerose accademie militari cinesi.

Forze Speciali:  Oggi, ad esclusione della Strategic Support Force, ognuna delle Forze Armate – PLAGF, PLAN, PLAAF, PLARF e PAP  ha le sue special forces dedicate con il loro profilo e la loro funzione che sono gelosamente custoditi e mantenuti a basso profilo anche all’interno della stessa Cina.

Polizia Armata del Popolo (PAP): si stima che abbia una forza totale di 1,5 milioni di uomini, è una forza paramilitare specializzata e un ramo di servizio del PLA. Si concentra sulla gestione delle proteste “incidenti di massa”, sulla protezione di strutture ed eventi importanti e antiterrorismo. Il PAP può essere schierato al di fuori del territorio cinese in supporto alle operazioni militari.

Le capacità cinesi

Le attuali capacità di trasporto anfibio sono pari a due Brigate, e considerando solo le unità maggiori, attualmente disponibili,  consistono su:

– 2 Landing Helicopter Dock (LHD)Type 075 classe Yushen, hanno un dislocamento a pieno carico 40.000 tonnellate; possono trasportare fino a 30 tra elicotteri da trasporto e da combattimento e possono ospitare 1.200 uomini. Il bacino allagabile consente il trasporto di 6/8 Hovercraft LCAC e possono essere lanciati mezzi d’assalto anfibi corazzati e mezzi da sbarco con truppe. Attualmente, impiegano gli elicotteri, in seguito potrebbero trasportare aerei da combattimento, se la Cina riuscirà a costruire gli aerei J-18 come l’F-35B americano.

– 9 Landing Platform Dock (LPD) Type 071 classe Yuzhao che hanno un dislocamento a pieno carico di 20.000 tonnellate, hanno una capacità trasporto di 900 uomini, 4 elicotteri tipo Z-8 e 4 hovercraft Yuyi (LCAC) nel bacino allagabile, o, in alternativa agli LCAC, altri 4 elicotteri tipo Z-8 e 18 veicoli da combattimento tipo ZBD-05.

– 29 Landing Ship Tanks (LST) Type 072 classe Yuting, Yuting II e III, con un dislocamento a pieno carico di 4800 tonnellate ed una capacità trasporto: 250 uomini, 10 veicoli da combattimento tipo ZBD-05 o 500 tonnellate.

L’attuale capacità di trasporto anfibio, secondo il Pentagono è pari ad una Divisione di Fanteria, cioè equivalente a due Brigate Armi Combinate più la logistica. 

La consistenza del PLANMC è di 1 Brigata Forze Speciali, 1 Brigata Elicotteri e 6 Brigate di Fanteria di Marina, di cui tre meccanizzate con il compito di impadronirsi, ampliare e consolidare le teste di sbarco e le altre tre blindate con il compito di coprire le retrovie o proseguire velocemente in profondità. Queste Brigate sono completamente equipaggiate di moderni veicoli altamente specializzati, quali quelli della famiglia di mezzi cingolati ZBD-05 e della famiglia di mezzi ruotati ZBL-09. 

Le forze per la prosecuzione dello sforzo in profondità dell’Esercito risultano molto consistenti, con alcune unità dotate di capacità anfibie: 2 Divisioni Meccanizzate Anfibie la 1a e la 124a, la 14a brigata Corazzata Anfibia, la 92° Brigata Motorizzata Anfibia e la 179° Special Landing Brigade, che possono essere supportate da unità di artiglieria, difesa area, genio, aviazione dell’esercito, trasmissioni, EW, CBRN. Presupposto per l’impiego di quest’ultime, è l’acquisita supremazia aero-navale, poiché affluirebbero sull’isola a bordo di vettori commerciali tipo Ro-Ro.

Alle operazioni contro Taiwan, potrebbero concorrere anche la componente Airborne della PLAAF che ha una forza stimata di circa 40.000 uomini suddivisi tra la Brigata Forze Speciali “Thunder Gods” e le 6 Brigate Airborne di cui due meccanizzate su ACV ZBD-03, due medie su CSK002 Airborne Assault Vehicle e due leggere su ATV CS/VP4 8×8, più 2 Brigate Aeree da Trasporto.

Presupposto per il loro impiego, è l’acquisita supremazia aerea da parte della PLAAF. Attualmente, a causa delle limitate capacità di trasporto aereo, si ritiene che solo 2 delle attuali 6 Brigate dei PLAAF Airborne Corps possano essere dispiegate al di fuori della Cina entro 48 ore. L’introduzione di nuovi aerei Xian Y-20 dovrebbe colmare questa lacuna entro il 2030. 

Pertanto, Pechino schiererebbe tutto questo imponente complesso di forze, senza escludere, ovviamente, la partecipazione alla campagna di unità cyber ed electronic warfare, aeree, missilistiche di vario tipo e la flotta di superficie e sottomarina schierate nell’area per dissuadere potenziali nemici. 

L’invasione

Fase 1 – Attacchi ai gangli vitali e blocco navale

Le prime mosse sarebbe portate da unità di guerra cibernetica e di guerra elettronica che prenderebbero di mira il sistema finanziario, i gangli della difesa aerea, i centri di comando e controllo, radio e tv e le altre infrastrutture chiave di Taiwan.

Una volta accecati i satelliti statunitensi, per ridurre l’avviso di imminenti missili balistici, partirebbero devastanti attacchi missilistici su infrastrutture, tesi a limitare o distruggere le capacità di difesa aerea, navale e contro obiettivi sensibili per immobilizzare le difese locali.

Nel frattempo navi da guerra e i sommergibili cinesi bloccherebbero l’accesso all’isola per limitare le forniture vitali di carburante e cibo. Al blocco navale, seguirebbero attacchi aerei e reiterati attacchi missilistici, mentre le forze speciali, già infiltrate, mirerebbero rapidamente a uccidere i massimi leader politici e militari di Taiwan, gettando l’isola nel caos e nella paralisi. Altre forze, inserite da elicotteri, natanti veloci o con hovercraft sbarcherebbero per distruggere postazioni della difesa costiera, batterie e siti di lancio di missili che rappresentano una minaccia particolare per le forze di sbarco. 

Fase 2 – Lo sbarco anfibio

Conquistata la superiorità aerea e marittima locale, mentre navi da guerra ed unità anfibie attraversano i circa 130 chilometri [65 miglia] dello stretto di Taiwan protette da sottomarini ed aerei, il tiro contro costa delle navi batterebbe le fortificazioni e le difese dell’isola. Aerei ed elicotteri da combattimento, distruggerebbero i resti delle difese, mentre hovercraft ed elicotteri sbarcherebbero le prime truppe. In simultanea, migliaia di paracadutisti potrebbero essere lanciati sia dietro la linea costiera, destinati a bloccare l’afflusso di forze sulle spiagge, sia in profondità per conquistare uno o più aeroporti. 

A questo punto, avrebbe luogo lo sbarco della prima ondata, costituita da due brigate anfibie meccanizzate, che costituirebbero delle “teste di ponte” e si dovrebbero ricongiungere con i paracadutisti, per ampliare e consolidare le aree. Elicotteri da trasporto e hovercraft farebbero la spola con le navi per sostenere lo sforzo delle unità sbarcate, mentre il tiro contro costa delle navi, delle unità aeree e degli elicotteri d’attacco si sposterebbe in profondità sulle unita avversarie in afflusso al fine di limitare contrattacchi.

Fase 3 – Conquista dei porti

Nottetempo o all’alba, sbarcherebbe la seconda ondata, costituita dalle due Brigate Blindate di Fanteria di Marina, che supportate da forze speciali e da fanteria elitrasportata, avrebbero il compito di lanciarsi alla conquista di infrastrutture portuali per facilitare l’arrivo della terza ondata. Le forze speciali della Marina condurrebbero attacchi contro ostacoli che bloccano l’accesso ai porti.

La Fanteria di Marina attaccherebbe i porti da più angolazioni mentre le forze elitrasportate, sotto la copertura di elicotteri d’attacco, prenderebbero possesso del centro dell’aerea portuale. Bombardieri, cacciabombardieri e cannoni navali fornirebbero fuoco di sbarramento al fine di non permettere al nemico di fa giungere rinforsi. Sistemi Manpad e SPAAG creerebbero una bolla difensiva intorno al porto catturato.

Fase 4 – Salvaguardia e difesa dei porti conquistati

La terza ondata non sarebbe costituita dalle rimanenti 2 Brigate di Fanteria di Marina poiché impegnate per altri scopi (conquista delle Isole Matsu, Kinmen, Penghu e Makung) ma dalle unità “anfibie” dell’Esercito seguite da ulteriori forze, il cui compito sarebbe eliminare le sacche di resistenza, rinforzare le difese, salvaguardare le infrastrutture portuali. Unità del genio eliminerebbero gli ostacoli, EOD o IED e lavorerebbero per ripristinare le strutture danneggiate, rimuoverebbero eventuali macerie o barricate per aprire rapidamente le strade, consentendo così ampliamento dell’area occupata, mentre unità della difesa contraerea amplierebbero l’area di copertura.

A questo punto, il PLA potrà sfruttare le banchine portuali e gru per lo scarico delle navi civili Ro-Ro che trasportano ulteriori unità dell’Esercito, combat e combat support con il compito di spostarsi velocemente verso l’interno per eliminare le forze nemiche e conquistare l’isola.

Conclusioni 

Questa analisi è stata condotta senza contemplare le forze di Taiwan che hanno lanciato un vasto programma di ammodernamento e miglioramento qualitativo ed il suo grado di resistenza od un eventuale intervento statunitense e di altri Paesi a loro favore, per motivi di spazio e di lunghezza nella trattazione.

Una cosa è certa: anche se la Cina possiede forze soverchianti, di certo non sarebbe una passeggiata, visto che tutte le 14 spiagge che potrebbero essere utilizzate per gli sbarchi sull’isola sono ben conosciute dai padroni di casa, sono a ridosso di zone urbane o zone impervie e sono  “indurite” e già predisposte a difesa.

Sicuramente le forze di Taiwan combatterebbero sino allo strenuo, ma senza gli indispensabili aiuti esterni, Taiwan, alla fine, soccomberebbe per evidenti ragioni numeriche.

https://project2049.net/2021/07/22/hostile-harbors-taiwans-ports-and-pla-invasion-plans/

https://jamestown.org/program/pla-amphibious-capabilities-structured-for-deterrence/

https://smallwarsjournal.com/jrnl/art/next-ninety-days-and-chinas-coming-invasion-taiwan-3-november-2020-possible-d-day

https://www.express.co.uk/news/world/1346178/china-taiwan-invasion-us-intervenes-nuclear-missiles-world-war-3

https://www.dailymail.co.uk/news/article-10063831/China-ready-scale-invasion-Taiwan-2025.html

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